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Vescica:la PET rileva le metastasi «invisibili"


La tomografia a emissione di positroni rileva masse che sfuggono ad altre tecniche. I risultati migliori in combinazione con la Tac.



La tomografia a emissione di positroni o PET, usata in abbinamento alla colina (una sostanza che funziona da “tracciante”, l’equivalente del liquido di contrasto per i raggi X), può essere molto utile per rivelare la presenza di un tumore primario o metastatico della vescica, soprattutto se unita alla TAC, e può aiutare a scovare masse che sfuggono alle normali tecniche d’indagine.



La PET permette di identificare le cellule che hanno un’intensa attività metabolica (come sono, in genere, quelle tumorali). Nel caso della vescica, consente di capire con elevata accuratezza se gli eventuali noduli sospetti sono composti da cellule in rapida duplicazione, come quelle cancerose, oppure da cellule sane.



La sua utilità sui tumori della vescica è stata confermata da uno studio israeliano pubblicato sul Journal of Urology. Gli esperti dell’Hadassah University Medical Centre di Gerusalemme hanno tenuto sotto controllo una ventina di malati di tumore della vescica che erano stati già sottoposti a una TAC del torace, dell’addome e della pelvi risultata negativa. Successivamente questi malati sono stati esaminati anche con la PET, usando la colina come tracciante e rilevando metastasi anche molto piccole, inferiori ai 5 millimetri, che le biopsie hanno poi confermato nella quasi totalità dei casi.



Secondo i ricercatori israeliani, gli esami eseguiti con PET e colina possono dare un contributo importante anche per identificare tumori molto piccoli e metastasi precoci ai linfonodi o alle ossa, che non vengono scoperte con esami quali la TAC o la risonanza magnetica.



01/12/2006

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